In occasione del 40° anniversario del manga di Captain Tsubasa, il protagonista indiscusso della serie Tsubasa Ozora ci ha rilasciato un’intervista, nel corso della quale risponderà ad alcune delle nostre domande.
Ciao Tsubasa! È veramente un piacere averti tra le pagine del sito italiano di Captain Tsubasa! Innanzitutto ti faccio i miei migliori auguri di buon compleanno.
Grazie, è un piacere essere qui. Un saluto a tutti i lettori!

Come avrai capito, abbiamo colto l’occasione di festeggiare il tuo compleanno con questa intervista. Direi di cominciare con la primissima domanda: Tsubasa, ma quanti anni hai?
Eh, bella domanda! Partiamo dalle origini: l’idea del mio personaggio nasce nel 1980 da un manga one-shot ideato e disegnato dal sensei Yoichi Takahashi. In quelle poche pagine compariva per la prima volta un ragazzino appassionato di calcio che militava nel club di calcio della scuola e si chiamava Tsubasa Taro, che oserei definire come la perfetta fusione tra me e Taro Misaki. Quella storia vinse il premio mensile di Shounen Jump come opera scelta e l’anno successivo, il 1981, iniziava la serializzazione su Shounen Magazine del manga di Captain Tsubasa.
Ecco, io sono nato come Tsubasa Ozora nel 1981 e quest’anno ricorre il 40° anniversario della serie. Quindi “teoricamente” ho 40 anni.
In “pratica”, invece, sono molto più giovane. La serializzazione del manga che mi vede protagonista è ancora in corso di serializzazione in Giappone e il tempo della storia narrata è molto più breve di quello reale. Quindi oggi, nella serie “Captain Tsubasa Rising Sun”, siamo alle prese con i giochi olimpici e io ho 22 anni.
Una simpatica curiosità sul giorno del mio compleanno è che cade lo stesso giorno di quello del sensei Takahashi, quindi approfitto per fare gli auguri al mio ideatore.
Wow, grazie per la risposta, sei stato molto esaustivo. Anche io mi associo a fare gli auguri al maestro Takahashi. Una domanda che spesso i fan mi rivolgono è: dove abita Tsubasa?
Anche qui differenzierei tra vita reale e manga.
Nella vita reale sono legato al mio autore Yoichi Takahashi, che vive in Giappone, nello specifico a Yotsugi, nel quartiere di Katsushika, a Tokyo.
Nel manga ho vissuto in diverse città. Sono nato a Tokyo, ma a 11 anni mi sono trasferito nella città di Nankatsu, dove ho coltivato il mio talento calcistico. Nankatsu non è una città reale, ma posso raccontarvi un po’ della sua storia.
Il nome della mia scuola deriva dal nome del liceo che ha frequentato il sensei Takahashi, ovvero il liceo Minami-Katsushika. Dovete sapere che in giapponese il carattere usato per “minami” (il sud) può anche essere letto “nan”. Così il liceo Minami-Katsushika era chiamato liceo Nankatsu per abbreviare.

L’immaginaria città di Nankatsu è collocata nella prefettura di Shizuoka. In questa regione c’è la città di Numazu. Alcuni scorci e alcune sue caratteristiche (è uno dei principali porti della regione) fanno pensare che Numazu sia la città a cui, almeno in parte, si è ispirato il sensei.
Terminate le scuole medie sono partito per il Brasile e ho vissuto nella città di San Paolo. Poi, quando ho lasciato la squadra brasiliana, mi sono trasferito a Barcellona, dove vivo attualmente.
Quindi, se ti vogliamo venire a trovare, ci conviene fare un salto in Giappone e visitare il quartiere di Katsushika?
Beh, di sicuro troverete un quartiere in cui la presenza di Captain Tsubasa si percepisce visibilmente, a partire dalla stazione di Yotsugi e poi per via delle statue di bronzo che potete trovare sparse nel quartiere. Se siete davvero fortunati, potete perfino incontrare per caso il sensei Takahashi!

Sarebbe fantastico poter incontrare il sensei sotto casa sua!
Tsubasa, toglici una curiosità, qual è il significato del nome “Tsubasa Ozora” e come si scrive in Giapponese?
Tsubasa Ozora si scrive in kanji: 翼 大空, ma potete anche trovarlo scritto in hiragana: つばさ. Scritto in questo modo era il nome che avevo sulla targhetta della porta della mia cameretta! (sorride).
Il nome Tsubasa (翼) significa “ali”, mentre il cognome Ozora (大空) significa “grande cielo”, quindi il significato del mio nome potremmo definirlo come “grandi ali del cielo”.

Direi che il tuo nome ti calza a pennello! Dopotutto ti abbiamo sempre visto “volare” sul campo da calcio per inseguire il tuo amato pallone!
Parliamo un po’ della tua vita sentimentale. Sai che la tua storia con Sanae Nakazawa è un argomento che a molti piace, anche se c’è una vasta schiera di fan che ti vede meglio insieme a Misaki! Raccontaci un po’ del tuo rapporto con Sanae.
Io e Sanae ci conosciamo fin dalle scuole elementari, lei mi ha sempre supportato, prima come tifosa e poi come manager della squadra della Nankatsu alle scuole medie.
La scintilla è scoccata quando ero in terza media, quando mi sono reso conto che tenevo moltissimo a lei, così tanto da accettare la sfida di Kanda e decidere di lasciare il club di calcio. Insomma avrei fatto di tutto per fare in modo che restasse sempre accanto a me.

Quando mi sono dichiarato a lei, sapevo che presto sarei partito per il Brasile, ma lei ha deciso di aspettarmi. Proprio per questo mi sono impegnato al massimo per diventare al più presto un calciatore professionista, e dopo il World Youth le ho chiesto di sposarmi.
Anche oggi lei continua sempre a starmi accanto e a breve arriveranno due gemelli a completare il nostro quadro famigliare.
Per quanto riguarda Misaki… beh che dire? Sembra proprio che a molti fan piacciano le storie yaoi e a quanto pare io e Misaki siamo una delle coppie più gettonate. Ma ci tengo a dire che, seguendo la storia canonica di Captain Tsubasa, tra me e lui non c’è nessun legame che vada oltre l’amicizia e una perfetta sintonia sul campo da calcio.
Passiamo ora al tuo argomento preferito: il calcio. Come mai, in un paese che non ha tradizioni calcistiche, ti sei è appassionato di calcio?
Fin da piccolo sono sempre stato attratto dal pallone, ci giocavo spesso, era uno dei miei giochi preferiti. Ovviamente all’epoca neanche sapevo cosa fosse il calcio, mi piaceva solo correre dietro al pallone.

Di certo tutti sanno dell’incidente che ho avuto quando ero molto piccolo e di come sia stato il pallone a salvarmi la vita, un episodio di cui non ho un netto ricordo, ma che ho sentito tantissime volte raccontare da mia madre.
Ho sempre considerato il pallone il mio migliore amico. Crescendo apprezzavo sempre di più il fatto di correre dietro ad un pallone calciandolo. Lo trovavo molto più divertente che giocare a baseball, sport che era molto praticato dai miei compagni di scuola. Forse è per questo che non mi sono fatto mai dei veri amici a tempi in cui frequentavo le scuole elementari… Insomma, parlo di quel che accadeva prima di trasferirmi alla Nankatsu. A me bastava giocare con il mio amato pallone, del resto non mi importava molto.
Quando mi sono trasferito a Nankatsu, ho conosciuto altri ragazzi della mia età a cui piaceva giocare a pallone, quasi non mi sembrava vero poter condividere la mia passione con altri.
Ricordo bene che inizialmente, quando iniziai a giocare a calcio, facevo fatica a giocare in squadra, perché ero abituato a giocare da solo, ma confesso che grazie agli insegnamenti di Roberto e all’amicizia che mi lega ancora oggi ai ragazzi della Nankatsu, ho imparato cosa è il gioco di squadra e la forza del gruppo che la costituisce.
E quando sei partito per il Brasile da solo a 15 anni, come ti sei sentito? Insomma dopo aver trovato dei buoni amici ti sei allontanato da loro per inseguire il tuo sogno di diventare un calciatore professionista.
In realtà non sono partito da solo, con me c’era sempre il mio fidato amico di sempre: il pallone. Grazie al pallone posso facilmente farmi nuovi amici ovunque io vada, specialmente in un paese come il Brasile dove il calcio è molto sentito e trovare ragazzi con cui praticare questo sport è facile.
E poi non ero completamente solo, c’era Roberto, che per me è sempre stato un caro amico, oltre che il mio mentore.
Inoltre, avevo gli scarpini che mi ha regalato Sanae, con i quali ho mosso i miei primi passi sui campi da calcio brasiliani ed era come se lei fosse vicino a me, quasi a dirmi “corri verso il tuo domani!”
E direi che la tua corsa ha dato i suoi frutti, visto che oggi sei un calciatore di fama mondiale che milita in uno dei più grandi club calcistici europei: il Barcellona.
E in futuro, pensi di cambiare squadra? Magari vieni a giocare in Italia!
Al momento non ci sto pensando, nel Barcellona mi trovo bene e non gioco da moltissimo. E poi il sensei Takahashi ha una partnership con il club, quindi di sicuro per il prossimo futuro resto qui.
In Italia? Anche Hyuga mi ha detto la stessa cosa, ma il sensei ha già scelto l’Italia come teatro calcistico per altri giocatori, come Hyuga, acquistato dalla Juventus e ora in prestito alla Reggiana, Aoi che milita attualmente nell’FC Albese, Tomeya Akai alla Sampdoria e Diaz nel Napoli, che ripercorre la strada di una leggenda del mondo del calcio.
Insomma siete il paese con più personaggi del manga di Captain Tsubasa che giocano nel campionato italiano, dopo il Giappone! (ride).
Tsubasa, ma sei davvero il calciatore più forte di tutta la serie oppure c’è qualche avversario che ti ha dato del filo da torcere? Non so… se ti dico un nome a caso… Misugi, che mi dici?
Non ho molto da dire, il modo di giocare di Misugi è impeccabile. È un giocatore molto tecnico, le sue giocate sono sempre ragionate, perché ha un’ampia visione di gioco e posso dire che da lui imparo molto, è sempre un buon esempio da seguire.
Diversamente da lui, io gioco basandomi più sull’istinto, mi piace cercare lo scontro diretto con il mio avversario e scoprire le sue carte. E, appena posso, cerco sempre di buttarmi e di provare a replicare, per poi fare mie le loro tecniche o scoprire contromosse.
Io e Misugi siamo due giocatori con due stili di gioco diversi. Per mia fortuna sono più le volte che giochiamo insieme in nazionale che quelle in cui ce l’ho come avversario.
È vero che la sua malattia spesso lo ha allontanato, anche per lunghi periodi, dal campo da calcio, ma la sua mente era sempre lì e ogni volta che per lui è giunto il momento di scendere in campo era sempre pronto.
Dei miei avversari più temibili, se non ricordo male, a detta del sensei Takahashi, l’unico giocatore che può tenermi testa e sconfiggermi è Diaz. Dopotutto lo ha dichiarato lui stesso che è il giocatore ispirato al grande Maradona, anche se poi nella mia strada ho incontrato altri giocatori altrettanto bravi. Ma si sa che nel calcio il singolo giocatore non basta, ci vuole una squadra al completo per dichiarare chi è la più forte.
Risulterò ripetitivo, ma il giocatore con cui più di ogni altro vorrei scontrarmi è Misaki, perché è il giocatore con cui sono più in sintonia sul campo da calcio, infatti siamo chiamati la Golden Combi. Quindi uno bello scontro aperto con lui sarebbe una bella e accesa sfida a centrocampo.
E poi… beh, come vi ho detto all’inizio dell’intervista, nel famoso capitolo pilota io e lui eravamo fusi in un unico personaggio, quindi sarebbe bello vedere uno scontro tra Tsubasa e Taro! (sorride divertito)
E del tuo rapporto con Roberto che ci dici?
Sono molto legato a lui, forse, se non l’avessi incontrato, oggi non sarei quello che sono. È stato il mio maestro, mi ha insegnato tantissimo sul calcio, ancora oggi conservo gelosamente il taccuino che mi ha regalato.
A livello affettivo per me Roberto è stato sempre un fratello maggiore, anche quando mi sono trasferito in Brasile devo dire che mi ha aiutato molto.
Io gli sono molto grato, per tutto quello che mi ha insegnato e soprattutto, perché ha scelto me come custode e portatore del suo sogno. Come sapete, lui ha dovuto abbandonare il calcio proprio negli anni in cui era all’apice della sua carriera, per lui è stato un duro colpo. In me ha rivisto se stesso e lo stesso amore per il calcio. Mi ha donato la sua conoscenza e messo nelle mie mani il suo più grande sogno e non posso far altro che giocare al meglio che posso e raggiungere traguardi importanti, sia per me, ma anche per Roberto.

Ci sono state occasioni in cui lui è stato per me un “avversario”, ovviamente come allenatore della squadra rivale. A livello affettivo non è facile vederlo come avversario, perché non lo considero mai come tale, ma cerco sempre di dimostrargli il mio valore sul campo e il frutto dei suoi insegnamenti.
E quando, dopo il campionato delle scuole elementari è partito senza di te, cosa hai pensato?
La prima cosa che ho pensato è che non ero abbastanza bravo per poter andare in giocare in Brasile. Per questo mi ero messo in testa di vincere tutti e tre i campionati delle scuole medie: era una prova tangibile con cui potevo dimostrare la mia bravura come calciatore.
Partendo da solo per raggiungere Roberto, non avevo bisogno della sua approvazione. Una volta arrivato lì me la sono cavata da solo, dimostrando che ero all’altezza di giocare in una squadra brasiliana.
Poi parlando con Roberto, ho capito che l’unico motivo per cui non mi aveva portato via con sé era il fatto che ero ancora troppo piccolo e che avevo bisogno di stare con la mia famiglia e i miei amici. Per lui all’epoca era stata una sua idea, una sua scelta e non mia, lui me ne aveva offerto l’occasione e io avevo accettato. Tutto quello che desideravo era diventare un calciatore professionista, ma a lui era sembrata solo una decisione presa dall’entusiasmo e dalla passione di un ragazzino che aveva grandi sogni.
Grazie Tsubasa per le risposte. Siamo così arrivati all’ultima domanda.
Tsubasa, togli una curiosità a tutti i tuoi fan, ma come finisce la tua storia nel manga e nell’anime?
Partiamo dal presupposto che il manga è ancora in corso di serializzazione, quindi un finale “ufficiale” non c’è ancora.
Al momento nell’arco narrativo Rising Sun si stanno svolgendo le Olimpiadi di Madrid e attualmente il Giappone è in semifinale con la Spagna.
Per l’anime, la storia è diversa, dato che i fatti differiscono dal manga e fino ad oggi non hanno mai ripercorso interamente la storia canonica di Captain Tsubasa, possiamo dire che il finale sia quello narrato nella serie anime di Road to 2002, quella che voi chiamate in Italia “Holly e Benji Forever”, dove si vede la mia entrata nel club del Barcellona e l’inizio della mia carriera nella Liga. La scena finale mostra l’inizio di una partita tra la nazionale giapponese e quella brasiliana, che chiude la storia, quasi a voler proiettare la storia in avanti, in un’ipotetica finale di qualche campionato mondiale giovanile.
Sicuramente non esiste un finale dove sono allettato in un ospedale e tutta la mia storia è un sogno! Anzi la cosa mi ha parecchio sconcertato, anche perché la notizia è diventata virale, fino ad arrivare anche al sensei, che mi pare abbia smentito proprio in un’intervista.
E su questo tema, non ti preoccupare che arriverà presto un articolo dove racconteremo bene come sono andate le cose.
Ah, allora ti ho fornito un buon assist con la mia risposta. (ride)
Adesso te le faccio io un paio di domande, e non fare quella faccia spaventata, che la risposta la sai sicuramente! Dove possono leggere le mie avventure i miei fan italiani?

Allora, qui in Italia sono edite le prime due serie: Captain Tsubasa e Captain Tsubasa World Youth.
Della serie Captain Tsubasa esistono ben 5 edizioni:
- la primissima edizione, ma non completa, è stata pubblicata sulle pagine della rivista Express, edita da Star Comics, nel luglio del 1998, dove il manga di Captain Tsubasa veniva serializzato a puntate
- la prima edizione in monografico di 37 volumi è stata pubblicata nel febbraio del 2000 da Star Comics
- la prima ristampa è del 2014 e si compone di 21 volumi, che è l’adattamento dell’edizione bunko giapponese
- una nuova ristampa, sempre di questa edizione di 21 volumi, in edizione collection è iniziata nel maggio 2020
- esiste anche un’edizione digitale acquistabile su Amazon di dicembre 2019
Della serie World Youth abbiamo solo la prima edizione di marzo 2003 e consta di 18 volumi.
Poi sono usciti due speciali, World Youth Special (Captain Tsubasa: World Youth Tokubetsu Hen – Saikyo no Teki! Holanda Youth) e Taro Misaki Story.
Le restanti serie sono inedite in italia, quindi per i collezionisti consiglio di acquistare direttamente i volumi originali giapponesi.
Hai visto che le sapevi tutte! E, invece, della serie anime?
Per la serie anime ci sono diverse edizioni, ma vi cito solo l’ultima edita da Koch Media:
- Box DVD – Holly e Benji, due fuoriclasse (torneo elementari)
- Box DVD – Holly e Benji, due fuoriclasse (torneo medie)
- Box DVD – Holly e Benji Forever
E per concludere con le versioni dvd e blu ray dell’ultima serie anime:
- Captain Tsubasa – Volume 1 (DVD – Blu-ray)
- Captain Tsubasa – Volume 2 (DVD – Blu-ray)
- Captain Tsubasa – Volume 3 (DVD – Blu-ray)
- Captain Tsubasa – Volume 4 (DVD – Blu-ray)
Sono editi anche i film per Yamato.
Tsubasa io ti ringrazio moltissimo per questa intervista! Sei stato gentilissimo e ti meriti un regalo! In collaborazione con il sito di Dolce e Salato in Forno abbiamo creato una fantastica torta di compleanno apposta per festeggiare il tuo compleanno!!!

I nostri fan potranno replicarla, perché nell’articolo di Dolce e Salato in Forno ci sono tutti i passaggi per realizzare questo bellissimo e gustosissimo dolce!
Il sito di Captain Tsubasa.it ti fa i migliori auguri di buon compleanno per i tuoi “40 anni” di carriera nel mondo calcistico di Captain Tsubasa!!!!
Vi è piaciuta l’intervista fatta al capitano?
Credits
Immagini: Screnshoot dell’anime di Captain Tsubasa e Captain Tsubasa: Rise of New Champions e del manga di Captain Tsubasa, LegaNerd, Dolce Salato in Forno
Adorooooooo. Che meraviglia sei fantastica. Top ❤👍👍👍👍✌✌✌✌
Grazie del complimento!!!
Bravissima complimenti
Grazieee! Mi fa piacere che ti sia piaciuta questa intervista!
Come sempre sbalorditiva! La tua conoscenza della “materia” è over the top e la passione che dimostri per ciò che fai è lodevole. Sono pochi che gestiscono siti web con tanta competenza, inventiva, ironia. Continua così! E tanti auguri Tsubasa, le vincerete queste olimpiadi???
Ciao Barbara! Grazie per questo splendido commento, il fatto che il mio lavoro sia così apprezzato mi regala tanta soddisfazione, perché il lavoro dietro questo sito è tanto, ma lo svolgo sempre con piacere. E per la domanda fatta a Tsubasa ti risponde direttamente lui così: “Ti risulta che ho mai perso qualche competizione sportiva? Certo che le vinco!”
Tsubasa io ti guardo da quando ero piccola e poi quando ho avuto 7-8anni mi sono accorta di avere una cotta per te
Noto che il nostro Tsubasa ha un sacco di fan 😆
mi è piaciuto tanto gli episodi dal 1 al 52 però avendo solo i canali normali e quindi guardandolo su boing canale 40 e boing plus canale 45 mi son piaciuti tanto. Io consiglierei di dire al sito della boing di mettere tutti gli episodi di captain Tsubasa. Il mio amico ha inventato chi sono in quel cartone/telefilm/film io che mi chiamo Edoardo Di Summa sarei CAPTAIN TSUBASA
Tsubasa ti amo più di SANAE❤️💋❤️💋❤️💋❤️💋❤️🤰
Attenzione a questi commenti… 😝