Un’intervista esclusiva all’autore di Captain Tsubasa condotta da Yoshihiro Iwamoto per Soccer King. Il sensei Takahashi ci parla del Pibe de oro

Vi proponiamo in esclusiva la traduzione dell’intervista rilasciata da Yoichi Takahashi a Soccer King, testata online giapponese. Nella lunga chiacchierata, condotta da Yoshihiro Iwamoto, il sensei parla dell’influenza di Maradona sul suo lavoro, ma anche del suo amore per il calcio, delle differenze tra il football degli anni ‘80 e quello attuale, delle prospettive del calcio professionistico giapponese. Buona lettura!

Diego Maradona, un giocatore famoso nella storia del calcio. Una leggenda vivente, che ha avuto una grande influenza sul mondo del calcio moderno. Il torneo in cui Maradona divenne una leggenda fu la Coppa del Mondo tenutasi nel 1986 in Messico. Maradona, che vi partecipò come asso della nazionale argentina guidata da Carlos Bilardo, fece una giocata memorabile nei quarti di finale contro l’Inghilterra. Un gol con la “mano de Dios”, segnato toccando la palla davanti al portiere avversario, uscito sul cross, e un gol in cui salta 5 giocatori, con un dribbling che si trascinò dietro l’intera difesa inglese fin da centrocampo. L’Argentina, che vinse con queste due reti, sconfisse poi in finale la Germania, aggiudicandosi la sua seconda Coppa del Mondo.

Diego Armando Maradona – “Mano de Dios”

Sono passati trent’anni dal Mondiale messicano, in cui Maradona è diventato un giocatore leggendario. Noi di Soccer King, per ripercorrere i suoi successi, parleremo con vari protagonisti del mondo del calcio e realizzeremo uno “Speciale Maradona”, per riaffermarne la grandezza.
La prima intervista è stata con il mangaka Yoichi Takahashi. Abbiamo rivolto le nostre domande a una persona che, attraverso “Captain Tsubasa”, ha contribuito notevolmente allo sviluppo del mondo del calcio mondiale, interrogandola a proposito del suo ricordo di Maradona, dell’influenza che ha avuto sul suo lavoro e del futuro del calcio.

Quando ha visto giocare Maradona per la prima volta?

Penso che sia stato durante il Mondiale Giovanile tenutosi in Giappone nel 1979. Non ci andai di persona, ma ero molto attento al fatto che c’erano molte aspettative sull’arrivo di Maradona in Giappone. Il tutto prima ancora che diventassi un mangaka. Lavoravo come assistente e non avevo ancora debuttato da professionista. Quello però era il periodo in cui stavo abbozzando “Captain Tsubasa”.

Maradona ai giochi mondiali della gioventù 1979 in Scozia

Che impressione si è fatto vedendolo giocare ai Mondiali giovanili?

Comunque, l’impatto è stato grande e mi sono detto: “È un grande giocatore”. Durante il Mondiale d’Argentina, l’anno precedente (1978), c’era stata grande discussione se convocare o meno Maradona, anche se era un adolescente. Alla fine non fu selezionato, ma io ero molto interessato: “Che giocatore sarà mai?”, mi chiedevo.

L’Argentina era una delle nazionali più forti all’epoca.

Proprio così. Anche ai Mondiali giovanili erano i candidati numeri uno alla vittoria e, alla fine, Maradona vinse il premio come miglior giocatore e l’Argentina vinse i mondiali. Quindi credo proprio di sì. Ho avuto l’impressione che fosse il protagonista di un manga.

L’impatto fu sorprendente quando lo vide la prima volta.

Il tandem Maradona e Ramon Diaz, che partecipò a quei mondiali, fece da modello alla coppia argentina Pascal e Diaz che appare in “Captain Tsubasa”. Questo forse perché sono rimasto molto impressionato quando li ho visti giocare.

Qual è la giocata tipica di Maradona?

In assoluto è quella di tirare dopo aver tagliato verso il centro con un dribbling. È una mossa che sorprende chi sta guardando. In TV, la cosa principale è guardare la partita a volo d’uccello, ma, in questo modo, di solito siamo in grado di prevedere dove sarà diretto il passaggio. Tuttavia Maradona è il solo in grado di fare passaggi che spiazzano le nostre aspettative, e spesso si tratta della scelta giusta, che porta a fare goal. In questo modo, rimani stupefatto anche se stai guardando dall’alto.

Maradona è un calciatore bravo ad eludere gli schemi tattici e a evitare le scelte ovvie.

Credo che anche i suoi avversari la pensassero in questo modo. Tu pensi: “Il passaggio arriva da questa parte”, e invece va da un’altra. Penso che sia fantastico fare cose diverse da ciò che si aspettano gli altri. E questo non riguarda solo i dribbling, ma anche il tempismo dei passaggi e dei tiri.

Trent’anni fa, nel 1986, al Mondiale in Messico, durante la partita contro l’Inghilterra, Maradona saltò ben cinque giocatori con una giocata eccezionale. Che emozioni ha provato guardandolo?

Lo stavo guardando in televisione e ho pensato: “È il protagonista di un manga”.

Yoichi Takahashi x Soccer King

Quello era il periodo in cui era in corso la serializzazione di “Captain Tsubasa”. Visto che la serie e le gesta di Maradona sono andate di pari passo, Maradona ha influenzato il suo lavoro?

Fino all’apparizione di Diaz nel manga, Ōzora Tsubasa era uguale a Maradona e credo che sia stato molto d’ispirazione. Un allievo modello di Maradona! (ride) Inoltre, visto che io e Maradona eravamo coetanei (nati nel 1960), c’era un motivo in più per cui fossi attento alla sua vita.

Captain Tsubasa Rising Sun (cap. 26) – Diaz è l’alter ego di Maradona

Durante la partita contro l’Inghilterra, in cui ha segnato dopo aver dribblato 5 avversari, ha fatto una giocata che è passata alla storia come “Mano de Dios”.

È una giocata che a Tsubasa non è permessa (ride). Se lo facesse lui, sicuramente riceverebbe dei fischi dai suoi tifosi, ma visto che è Maradona penso che gli sia concesso. È per questo che potrebbe essere diventato una leggenda. Perché ha segnato nella stessa partita con la “Mano de Dios” e saltando cinque avversari in dribbling.
In realtà adesso ho disegnato una scena in “Captain Tsubasa, Rising Sun ” che ricorda la “Mano de Dios”. L’Argentina segna il secondo gol e Tsubasa dice ai compagni che stanno protestando: “Se l’arbitro non fischia, non è fallo”. I giovani di oggi non conoscono quell’episodio, così l’ho disegnato per farlo rivivere.
L’ho disegnato pensando che, se dovevo aggiungere Maradona nel mondo di Captain Tsubasa, doveva essere Diaz.

Era consapevole del fatto di disegnare Diaz, prendendo come modello Maradona? Anche io, quando ero bambino, pensavo cose come “Juan Diaz è il giocatore che Tsubasa non potrà mai sconfiggere”.

Ci sono molti fan di Diaz.

Anche Takahashi sensei ha qualcosa di speciale, una singola immagine è diventata un personaggio di primo piano.

Per esempio, mi è piaciuto quando ho disegnato una scena di gioco con rovesciata dopo una ruota e un salto mortale all’indietro. Mi ha fatto sentire bene. Credo che questa emozione sia arrivata ai lettori e abbia reso famosa la scena. Maradona non avrebbe potuto fare una giocata del genere nella realtà, ma io l’ho disegnata pensando di inserire Maradona nel mondo di Captain Tsubasa e così è nato Diaz. Lo può fare perché è un manga.

Spesso la gente si chiede “Chi è meglio? Maradona o Lionel Messi?”. Cosa ne pensa a riguardo, Takahashi sensei?

Messi non ha ancora vinto un Mondiale, giusto? Se lo vincesse, credo che potrebbe essere alla pari, o addirittura sorpassarlo. Non importa quante volte ha vinto la Champions League e il Pallone d’oro, c’è sempre qualcuno che dirà: “Non ha vinto il mondiale”.

Diego Maradona e Lionel Messi – Coppa del Mondo 2010

Abbiamo tutti in mente l’immagine emblematica di Maradona con la maglia della nazionale argentina mentre alza la Coppa del Mondo. Quante possibilità ci sono che Messi raggiunga questo obiettivo?

Il Mondiale del 1986 in Messico è stato “il Mondiale di Maradona”. Non solo la partita contro l’Inghilterra, ma nella storia dei mondiali quello è stato il Mondiale di Maradona. La storia è un po’ strana, ma ho la sensazione che gli ultimi mondiali non siano stati di nessuno. Il mondiale del 1974 fu quello di Johan Cruijff (anche se arrivò secondo), quello del 1978 fu quello di Mario Kempes, quello del 1982 fu quello di Paolo Rossi.
Nel Mondiale in Brasile del 2014, l’Argentina arrivò in finale, e molti pensarono: “Forse…”.
Se l’Argentina avesse vinto contro la Germania che in semifinale aveva dominato il Brasile, che era il paese ospite, tutti avrebbero detto “Messi è fantastico!”
Se Messi in finale avesse fatto un’ottima prestazione e avesse vinto la Coppa del Mondo, sarebbe stato anche questo un manga! (ride)
In passato c’era sempre qualcuno che faceva pensare: “Il protagonista del torneo sarà lui”, ma, probabilmente, negli ultimi anni questo sta svanendo.

Lei pensa che l’evoluzione delle tattiche calcistiche stia influenzando tutto?

Proprio così. Inoltre, fisicamente parlando, i calciatori di oggi sono più atletici. Il calcio moderno vede 10 giocatori contro 10 e, chissà, forse è più divertente così. Poiché in 11 contro 11 ci sono meno spazi, penso che sia più difficile fare giocate spettacolari come un tempo. Anche se si guarda la difesa dell’Atletico Madrid, gli spazi sono quasi tutti vuoti.

Anche il livello del calcio giapponese in questi trent’anni è cresciuto molto, ma cosa manca ancora per far nascere in futuro una figura di spicco come Maradona in Giappone?

Riguardo alle qualità personali, penso che dipenda tutto da quanto uno ama il calcio. E da quanto è disposto a sacrificare tutto il resto per dedicarsi completamente al calcio.

Non penso che sia impossibile. Ad esempio, basta pensare a giocatori come Takefusa Kubo e Takuhiro Nakai che hanno esordito nel calcio che conta da adolescenti. In passato calciatori giapponesi del genere non c’erano.

Anche se vivi in Giappone, attualmente è ovvio che arrivano informazioni e si vedono immagini del calcio estero e credo che ci siano le condizioni per ulteriori progressi e per sfidare il mondo. Un tempo non si poteva neanche sognare di giocare nel Barcellona (all’epoca la squadra più forte). Ora, poiché è un qualcosa che si può vedere come un sogno raggiungibile, penso che si ingrandiscono di molto le possibilità. Per questo ci sono stati calciatori come Kubo. Fin da piccolo ritenevo che il calcio potesse essere pensabile a un livello mondiale, non solo giapponese.


Credits

Fonte consultata: Soccer King

Immagini: Soccer King, Calcio d’Angolo.com

Traduzione: Ringraziamo Sebastiano per la traduzione dell’intervista