Era un caldissima giornata di maggio quando incontrai per la prima volta Tsubasa Ozora…

Ricordo ancora l’aria torrida di quel lontano maggio 2015, mi trovavo a Tokyo e il giorno 26/05/2015 avevo programmato il tour delle statue di Captain Tsubasa a Katsushika, il quartiere dove vive il sensei Yoichi Takahashi.

Per raggiungere Katsushika ho preso il treno fino alla stazione di Yotsugi, all’epoca non era ancora stata brandizzata in stile Captain Tsubasa.

Appena uscita dalla stazione già iniziavo a respirare nell’aria la presenza di Tsubasa. C’erano dei cartelli con la mappa che segnala il percorso per la visita alle statue di bronzo.

Il sole splendeva alto nel cielo e faceva davvero molto caldo per essere maggio. Ricordo che me lo confermò anche un giapponese quando per caso ci trovammo a scambiare due chiacchiere nell’attesa dell’apertura del Sony Building, qualche giorno prima.

iPhone e la mappa di Google, che avevo minuziosamente preparato prima della mia partenza, con le coordinate geografiche che indicavano tutti i punti in cui sono posizionate le statue.

Zaino sulle spalle e fotocamera al collo. Ero pronta ad immortalare tutte le statue.

Ryo Ishizaki

La prima che incontrai sul mio cammino fu quella di Ryo Ishizaki. Si trova a pochissimi passi dall’uscita della stazione. Inginocchiato con un’espressione grintosa, penso sia l’emblema della sua forza di volontà, perché diciamolo chiaramente se c’è un personaggio di Captain Tsubasa che ha una grande forza di volontà, quello è proprio Ishizaki. Il duro lavoro porta sempre a dei risultati, e per quanti lo possano snobbare, be’ nella serie Next Dream arriva nel club dell’Inter.

Kojiro Hyuga

Non poteva mancare all’appello uno dei più grandi rivali di Tsubasa: Kojiro Hyuga. Eccolo lì, determinato, sicuro di sé mentre alza il dito al cielo per proclamare che sarà lui a vincere il campionato nazionale.

Hyuga così arrogante e pieno di rabbia, due aspetti che riversa nel suo modo di giocare. La potenza è la sua qualità migliore. Ma impara a sue spese che non è tutto, sarà il club della Juventus a dargli una svegliata e a fargli capire che un calciatore professionista deve essere completo sotto ogni aspetto, sia fisico che tecnico. Grinta e potenza non bastano. Gli basta un solo anno alla Reggiana in serie C ed eccolo che in Next Dream torna al suo club pronto a fare il suo ingresso sul palcoscenico della Champions League.

Tsubasa Ozora

In un piccolo parco recintato c’è il capitano Tsubasa Ozora. Una statua alta circa 150 cm. Volto sorridente mentre si tira su la fascia di capitano, un elemento che lo contraddistingue da sempre.


Il protagonista della serie che incarna la perfezione del calciatore più forte. Il ragazzino che sogna in grande e che vive per il calcio. Di certo il mio personaggio preferito.

Rispetto agli altri personaggi, Tsubasa ha davanti a sé una strada spianata. Già da ragazzino ha la fortuna di essere allenato da un grande calciatore, Roberto Hongo, che gli insegna le basi del gioco del calcio. Ha talento ed è sempre stato il più forte, soprattutto tecnicamente e mentalmente.

La sua carriera calcistica è tutta in ascesa: debutta da professionista nel San Paolo, imparando a giocare a calcio dai brasiliani. Passa poi ad uno dei club più blasonati: il Barcellona.

Scende in campo, gioca e vince.

E se perde? Be’, si rialza e te la fa pagare, con gli interessi.

Ecco chi è Tsubasa Ozora.

Il sensei, però, ce lo descrive anche come uno che si impegna e si migliora con il tempo. Il duro lavoro e i sacrifici toccano anche a Tsubasa. Credo che il sensei riversi molto nei suoi personaggi questo concetto, perché lui stesso per diventare mangaka ha dovuto affrontare non poche difficoltà.

Roberto e Tsubasa

Procedendo per la mia passeggiata mi ritrovai sotto un ponte. Lì vidi Tsubasa e Roberto, immortalati nella passeggiata che li riportava a casa al termine di uno dei loro allenamenti. Mentore e allievo. Tsubasa sorridente e Roberto che iniziava a sognare su quel ragazzino così amante del calcio che con il suo aiuto sarebbe potuto diventare il numero uno al mondo.

Roberto è sempre stato un punto di riferimento per Tsubasa, un esempio da seguire. Ha mosso i primi passi nel calcio grazie a lui, quando lo ha allenato ai tempi della primissima sfida calcistica tra Nankatsu e Shutetsu. Poi è stato il suo allenatore quando ha debuttato come professionista nel San Paolo e lo ritroveremo di nuovo come suo allenatore nelle vesti del CT della nazionale giapponese in Next Dream.

Anego – Sanae Nakazawa

Camminando per le strade di Katsushika arrivai davanti ad un ufficio postale. Eccola lì, una piccola Anego che sbandiera il vessillo con su scritto “Fight Tsubasa”. L’ho sempre odiata. “Lo faccio solo per il reportage” ho pensato e le ho scattato qualche foto. Non capisco proprio perché hanno fatto una statua a lei piuttosto che ad altri personaggi della serie, non pensate che Misugi e Matsuyama avrebbero meritato una statua al posto suo?

Comunque alla fine la gelosia ha avuto la meglio e le ho sparato:

Taro Misaki

La statua di Taro Misaki si trova in un parco, fui sorpresa dalle dimensioni della statua, grande come quella di Tsubasa. Al giocatore vagabondo è stato fatto un tributo che gli fa onore, dopo tutto è uno dei personaggi più amati di tutta la serie.

Corre, e questa sua posa mostra la sua determinazione nel conseguire il suo obiettivo. Tecnica e altruismo sono le sue migliori qualità, sa essere di supporto per la squadra, ma sa anche guidarla, e lo ha dimostrato durante le qualificazioni per le Olimpiadi nella serie Golden 23.

Lui stesso ammette che il suo più grande rivale è Tsubasa. In fin dei conti sono due giocatori molto simili e la loro intesa sul campo è così perfetta da far loro meritare il titolo di Golden Combi. Un’unica mente per due giocatori. Forse è ciò che rimane di Tsubasa Taro, il protagonista del capitolo pilota di Captain Tsubasa, colui che era la perfetta fusione tra i due, anche il nome ce lo ricorda.

Fan di Taro Misaki… non odiatemi! Ma qualche scatto con il numero 11 nipponico ci tenevo a condividerlo!

Genzo Wakabayashi

E poi arriva Genzo Wakabayashi! Nella sua iconica posa in cui dà direttive alla squadra. Lo sguardo severo di chi sa stare al comando, di colui che dalla porta ha piena visione del campo da gioco.

Wakabayashi è stato il primo rivale di Tsubasa, d’altronde nel calcio attaccante e portiere sono rivali naturali, il primo con lo scopo di segnare e l’altro di parare. Una sfida uno contro uno. Ho il presentimento che la finale di Champions League che si svolgerà in Next Dream sarà tra Barcellona e Bayern Monaco. Una sfida esaltante che terminerà ai calci di rigore, ed entrambi si giocheranno il tutto per tutto nell’ultimo rigore decisivo che vede Tsubasa contro Wakabayashi. Sarebbe un po’ come tornare indietro nel tempo alla loro prima sfida. Non sarebbe male come gran finale, vero?

Anche se il risultato sarebbe molto scontato. Il protagonista vince sempre.

Tsubasa Ozora – Il colpo di tacco

L’ultima statua che ho visitato si trovava in un luogo appartato, sono passata tipo dentro un mercato e tra uno stand e un altro c’era un piccolo spazio verde. Ed ecco che compare Tsubasa in azione, con un abile colpo di tacco si fa passare il pallone sopra la testa.

Finì così il mio tour. Nel 2015 non era ancora stata realizzata la statua che rappresenta Tsubasa intento a realizzare il Twin Shot, una sorta di statua “photo booth”, perché a calciare di destro non c’è nessuno, quindi se andate è l’occasione di provare a fare un tiro insieme al capitano.

Il mio incontro con Tsubasa ❤️

E adesso arriva il bello. Devo confidarvi come sono andate veramente le cose.

Non nascondo che ho avuto il batticuore quando mi sono trovata davanti alla statua del capitano della Nankatsu. Credo sia stato il momento in cui sono stata più vicina a Tsubasa, in tutta la mia vita, e glielo ho detto: “Alla fine sono riuscita ad incontrarti dal vivo!”. Eh lo so, suona così stupido, ma quando passi una vita a vederlo in tv o sulle pagine del manga, diciamo che la versione 3D fa un certo effetto.

Potrei definire il nostro incontro davvero molto “hot”.

Il sole picchiava forte quella mattina ci saranno stati quasi 30 gradi. E lo Tsubasa che avevo di fronte a me era una statua di bronzo. Fortunatamente il parco era deserto, quindi mi sono permessa di fare quello che non si deve fare, anche perché se mi avesse visto un giapponese mi avrebbero arrestato sicuro: mi sono avvinghiata alla statua di Tsubasa! È vietato salirci sopra, ma io l’ho fatto. Eh sì, siamo alti uguali…

Dire che mi sono ustionata è poco. Tsubasa era veramente bollente! Era come toccare qualcosa di incandescente. Ma ciò non mi ha impedito di abbracciarlo!

Gli scattai non so quante foto e ho realizzato anche un video. All’epoca il sito ancora non esisteva, ma lo pubblicati sulla pagina Facebook. Lo ripropongo qui di nuovo.

E poi è arrivato il momento di salutarci. Gli ho schioccato un bacio sulla guancia… non potevo certo andare oltre per tre motivi:

  • atti osceni in luogo pubblico… è un giardinetto per bambini!
  • la statua di Tsubasa lo rappresenta a 11 anni
  • la foto l’ha scattata mio marito durante il nostro viaggio di nozze

Che io sia folle questo si sapeva già. Con la foto del bacio ho anche vinto un contest in cui si doveva dimostrare la propria passione per Captain Tsubasa.

Buon Compleanno Tsubasa

Ah già… quasi dimenticavo! Oggi è il compleanno di Tsubasa! Auguri al mio adorato campione! 🥰

E tu quando sei folle?

Be’ dopo questa confessione pubblica passo la palla a voi. So bene che nella nostra community ci sono tantissimi altri appassionati che per il loro personaggio preferito farebbero di tutto! Andiamo, non potete aver fatto peggio di me, no?

Condividete una vostra follia tsubasiana nei commenti!


Credits

Immagini: © Valentina Salerno